Un milione e mezzo. Un milione e mezzo di persone. Questo è il numero stimato dei giovani che hanno vissuto con me, sorriso con me, emozionato assieme a me in uno degli eventi più unici del mondo. Non so voi, ma a me non viene proprio in mente un in-contro così tanto partecipato e sentito come la GMG. Provate a pensare se esiste un altro raduno che raccoglie un’adesione così grande! Per questo è difficile dimenticarsi la sensazione e il brivido che ti percorre il corpo quando cammini in mezzo a così tante persone presenti lì per il tuo stesso motivo. È allora che ti rendi conto che non può non esistere un Amore con la A maiuscola; realizzi che la motivazione che ha spinto tutti noi è una soltanto: Lui. E subito la GMG si trasforma quindi in un grido, un modo per testimoniare al mondo ciò in cui crediamo. Per questo per me la GMG è testimonianza. Perché con la nostra presenza mandiamo un messaggio a chi ci guarda da lontano, a chi è rimasto a casa e scopre dalla tv che ad agosto, nel pieno dell’estate “più calda di sempre”, i giovani sono andati a confrontarsi con il Papa invece che “svaccarsi” in spiaggia. Non è questo un messaggio bellissimo? Un milione e mezzo. Un milione e mezzo di persone. Una distesa interminabile di braccia che si alzano verso il cielo, di voci che vibrano in un solo coro. Queste sono le immagini che ancora oggi sono molto vivide nei miei ricordi. Una concretezza dell’Amore di Dio che facevamo fatica a contenere. E proprio su questo verteva una riflessione del Papa che più ha parlato alla mia vita: “l’allegria è missionaria”. Questo è il monito che ho cercato di portare nelle miei giornate. Ciò che ricevo, non deve essere trattenuto, ma trasmesso a chi mi sta di fronte.