Milano, 05/11/2020

“Vogliamo costruire un oratorio tutto nuovo”. Padre Vincenzo, 48 anni, di origini campane, ultima destinazione da parroco Lucera, Foggia, prima di approdare a Milano, zona Lorenteggio, parla con passione del suo progetto. “Sono qui da cinque anni e mi sono dato un obiettivo: rinnovare l’oratorio. Ma non mi riferisco al solo aspetto materiale, alle mura”.

L’Oratorio del Murialdo esiste dal Dopoguerra, anche se si chiama così dagli anni Ottanta, quando la parrocchia cambiò nome e venne dedicata a Leonardo Murialdo, sacerdote torinese attento agli ultimi. Ed è sempre stato il classico oratorio: catechismo e cortile a gioco libero. Ma negli ultimi anni il quartiere è cambiato, così come i suoi abitanti: tante etnie e religioni diverse, zone di disagio e di benessere a poca distanza l’una dall’altra. “Quando sono arrivato”, continua padre Vincenzo, “non mi hanno colpito i pochi episodi di intolleranza, ma i tanti episodi di indifferenza: come se ogni gruppo sociale ignorasse tutti gli altri”.

Da lì l’intuizione di inventare un nuovo oratorio “senza frontiere”. “Sì, qui nascerà un luogo aperto a tutti, con centri di interesse per i ragazzi, che potranno fare sport, musica, teatro e le tante altre attività che ci stiamo inventando. Il nostro è un progetto pastorale educativo che vuole contrastare la disgregazione sociale. Ci siamo già riusciti con i campi estivi che sono una esplosione di colori: grazie a Dio, i bambini litigano per il pallone e non per il colore della pelle. Ma si educa anche attraverso la bellezza: ed ecco perché vogliamo costruire delle nuove strutture che siano anche belle”.

Il progetto complessivo vale due milioni di euro. La prima tranche ne costerà 850mila e prevede la costruzione di un nuovo ingresso all’oratorio, di un campo coperto per il volley e il basket, con relativo spogliatoio, e di un bar tavola calda con accesso libero, anche per chi non frequenta l’oratorio.

“Siamo grati alla Fondazione Vodafone per aver contribuito in modo importante a questa fase iniziale del progetto”, sottolinea padre Vincenzo. “D’altra parte il Vodafone Village sorge proprio qui vicino e mi è sembrato naturale coinvolgere la Fondazione”. 

Le tappe successive prevedono la realizzazione di un campo da calcio in erba sintetica, gli spogliatoi e quattro cortili a gioco libero, uno dei quali attrezzato con giochi per i bambini più piccoli.

“Vogliamo che tutto questo cammini con le sue gambe, che si autosostenga economicamente. Per questo creeremo imprese sociali affidate ai giovani, per gestire il bar e i campi: nasceranno dei posti di lavoro e i proventi saranno usati per la manutenzione dell’infrastruttura. Ed è anche per questo che abbiamo chiesto aiuto alle fondazioni, invece che accendere un mutuo, il quale avrebbe drenato risorse da destinare invece alla gestione ordinaria dell’oratorio”.

I tempi? “Abbiamo posato la prima pietra l’11 ottobre e contiamo, Covid permettendo, di finire i lavori della prima tranche a febbraio. Entro il 2021 speriamo di avere anche il campo di calcio e le quattro piazze”. Perché il campo è fondamentale per una scuola calcio che vuole includere tutti, anche grazie a un prezzo popolare: 100 euro l’anno. “Facciamo le cose in modo cristiano e professionale”, conclude padre Vincenzo. “Abbiamo fondato una vera società sportiva e prepariamo al meglio i giovani calciatori. A differenza che in passato, oggi vengono tutti insieme all’Oratorio del Murialdo, ragazzi italiani e stranieri, per giocare a pallone”.

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